Psicomotricità

Psicomotricità

Che cos’è la psicomotricità? La psicomotricità è una disciplina rivolta ai bambini, solitamente in età prescolare, che mette in relazione diretta mente e corpo, aiutandoli a trovare un’armonia tra aspetti corporei, emotivi e cognitivi attraverso il movimento e il gioco. I bambini, infatti, esprimono più con i gesti che con le parole.

La psicomotricità è sempre uguale?

Ci sono due tipi di psicomotricità:

Educativa:

accompagna il bambino nella sua crescita armonica e nel suo sviluppo globale; favorendo la comunicazione dapprima corporea e poi verbale, la creatività ovvero la produzione grafica, gestuale, vocale-sonora, facilita lo sviluppo della capacità di raccontarsi. E’ adatta a tutti, ma è molto utile a bambini timidi, insicuri, o al contrario eccessivamente vivaci con difficoltà di concentrazione.

Terapeutica:

altamente consigliata in casi di disturbi dell’espressione motoria, di un lento sviluppo psicomotorio, magari immaturo per l’età, di disturbi del linguaggio, in situazioni di difficoltà a relazionarsi con i pari o con gli adulti, in casi di patologie e sindromi come per esempio l’autismo.

In entrambi i casi le sedute di psicomotricità possono avvenire individualmente o in un gruppo di bambini a seconda delle problematiche e delle esigenze, sarà il professionista a valutarlo caso per caso.

Dove si svolgono le sedute di psicomotricità?

Le sedute di psicomotricità si svolgono in uno spazio attrezzato, solitamente una mini-palestra strutturata con spazi e giochi ben definiti che il bambino imparerà a conoscere e ad usare, scandito da tempi e rituali, anch’essi importanti per lo sviluppo del bambino.

Sono disponibili materiali “poveri” utili per la stimolazione del gioco e della creatività.

Solitamente il luogo dedicato alla psicomotricità comprende due aree:

  1. Area per l’attività motoria: in cui sono presenti cuscinoni e materassi di gommapiuma e di diverse forme, materiali per travestimenti (mantelli, cappelli…), tubi di plastica, peluche, palle di varie dimensioni;
  2. Area di “decentramento”: spazio ben delimitato, in cui lavorare con disegni, costruzioni, manipolazioni per favorire la creatività, la manipolazione, il linguaggio e la narrazione di sè.

Come si svolgono le sedute di psicomotricità?

Il tempo della seduta è diviso in 3 momenti strutturati, accompagnati da un rituale che richiama lo “stacco” dei tempi: uno iniziale di gioco a favore di una manifesta espressione motoria, un secondo momento di racconto (storia o favola) più cognitivo e un ultimo che riguarda l’espressione grafica, di linguaggio, in cui solitamente si racconta attraverso il disegno ciò che è accaduto durante la seduta.

Questi tre modi di espressione hanno il comune obiettivo di manifestare la propria emotività in linguaggi diversi.

La psicomotricità è molto importante in quanto permette al professionista di agire nel momento esatto in cui l’azione viene messa in pratica. I bambini fanno fatica a ritornare ad un evento e rielaborarlo insieme al terapeuta, per questo ci si affida a questa disciplina.

Se per esempio la problematica principale è la cattiva gestione della rabbia, sarà più “facile” agire su di essa nel momento in cui si manifesta all’interno dello spazio psicomotorio piuttosto che in una stanza di terapia chiedendo al bambino di spiegare cosa sia successo in quel determinato momento.

È fondamentale che ci sia collaborazione da parte delle figure genitoriali, in modo che le metodologie proposte in sedute non si discostino totalmente da quelle proposte a casa.

A chi bisogna rivolgersi per una seduta di psicomotricità?

È importantissimo rivolgersi a professionisti che abbiano studiato appositamente, che sono i neuro psicomotricisti, nel caso della psicomotricità terapeutica, o psicomotricisti qualificati, nel caso della psicomotricità educativa.

Non basta una laurea in scienze motorie per esempio per fare una terapia incentrata sulla psicomotricità, si può fare un gioco motorio, attività altrettanto utile, ma con finalità ben diverse.

Il tutto sta nell’identificare l’obiettivo che si ha: se terapeutico volto alla risoluzione di problematiche o di supporto a determinate patologie, educativo volto a ottenere dei miglioramenti di tipo relazionale o di autostima, oppure ricreativo che è altrettanto importante, ma i risultati saranno differenti.

La psicomotricità serve al mio bambino?

Concludendo possiamo dire che la psicomotricità è molto utile per aiutare i bambini:

  1. nel loro sviluppo, rendendolo il più armonico possibile;
  2. con problematiche emotive che manifestano difficoltà nella gestione delle emozioni;
  3. che abbiano un ritardo psicomotorio;
  4. con difficoltà di linguaggio;
  5. che presentano difficoltà relazionali.
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