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La nascita di un papà

Quando si parla dell’arrivo di un figlio si fa spesso riferimento alla maternità, condizione evidente in cui si trova la donna sia durante i 9 mesi che dopo, ma quasi mai della paternità, della “nascita di un papà”.

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Perché?

È effettivamente più difficile definirla, in quanto si tratta esclusivamente di una condizione mentale che si concretizza dopo la nascita del piccolo.

Durante la gravidanza è la donna che lo sente crescere dentro di sè, che vede il suo corpo trasformarsi, che subisce nausee e sbalzi d’umore.

Se pur in questa fase la figura dell’uomo accanto sia fondamentale per il supporto, il sostegno e la vicinanza, sarà solo dopo il parto probabilmente che inizierà a sentirsi padre, quando potrà tenere il bambino tra le braccia, sentirne la consistenza e il peso, sentirlo su di sé.

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Nella società moderna il ruolo del padre è totalmente cambiato rispetto al passato: oggi l’uomo è attivamente presente nell’accudimento del figlio al fianco della madre.

Nel corso della storia si è passati dal padre escluso, al padre osservatore fino ad arrivare al padre partecipe e attivo. Quest’ultimo non ha avuto modelli preesistenti, ma ha dovuto inventarsi un ruolo riferendosi alla donna per definirlo.

È molto difficile questo passaggio ed è tutt’ora in atto, si sta cercando di definire un ruolo che non sia un “mammo”, ma una figura complementare, che possa occuparsi del nuovo arrivato con dolcezza ed empatia, ma con modalità e caratteristiche maschili.

Per fare questo è fondamentale il lavoro sulla coppia affinché si crei una sinergia tra entrambi i ruoli, un rapporto basato sulla fiducia e la collaborazione reciproca, senza interferenza né sovrapposizione.

Il padre è una figura essenziale nella crescita dei figlio, perché costituisce un punto di riferimento con cui il bambino si confronta e attraverso cui sviluppa la propria identità. Rappresenta un rifugio sicuro, una base su cui costruire le proprie esperienze relazionali. È la persona che dolcemente ci prende la mano e ci fa scoprire il mondo.

Per queste ragioni è importante che l’uomo sia coinvolto fin da subito nella vita del piccolo, lasciare alla coppia padre-figlio dei momenti in solitaria di gioco e attività, di coccole e scambi.

Magari da subito sbaglierà il verso del pannolino o gli darà da mangiare un pezzo di cioccolato di troppo, ma che noia sarebbe la vita senza un papà che ci porta sulle spalle, che ci fa bagnare i piedi saltando tra le pozzanghere, che gioca con noi ai lego e che ci racconta per la milionesima volta la solita storia?

Auguri a tutti i papà del mondo, non è la biologia a determinarne il ruolo, ma la presenza e l’amore con cui ci si rapporta alla propria famiglia.

Bibliografia

  • A. Volta. Mi è nato un papà. Anche i padri aspettano un figlio. Universale Economica Feltrinelli – Saggi, (2017), Milano.
  • A. Pellai. L’attesa. Il percorso emotivo della gravidanza. Erickson, 2015, Trento.
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