Maltrattamenti a scuola

Maltrattamenti a scuola: come riconoscerli e come affrontarli

Qualche mese fa sono stata contattata per essere intervistata negli studi di “Radio Veronica One” per una puntata della trasmissione live social.

Mi è stato chiesto di parlare di un argomento delicato, cioè “I maltrattamenti nelle scuole”, e di quali siano i segnali da notare e cosa fare per affrontare il problema.

È stata un’esperienza divertente ed arricchente.

Non nego un po’ di imbarazzo, chi mi conosce sa che non amo mettermi in mostra ? però credo anche che ogni tanto faccia bene uscire dalla propria zona di comfort per provare nuove emozioni.

Ho deciso di riportare in questo articolo le domande che mi hanno fatto e le mie risposte, così da condividere quanto è stato detto.

Maltrattamenti a scuola: cosa si intende per maltrattamenti?

I maltrattamenti a scuola sono delle situazioni caratterizzate dalla presenza di comportamenti che vanno al di là della normativa e che escono da quelle che sono le regole dell’accudimento e della presa in carico del bambino stesso. Ad esempio capita di vedere al telegiornale scene di bambini strattonati o schiaffeggiati dai propri insegnanti.

Non sono da considerarsi maltrattamenti solo quelli fisici, ma anche quelli verbali, spesso accompagnati da gesti che possono far immaginare al bambino una violenza da un momento all’altro. Sono da considerarsi delle vere e proprie violenze psicologiche.

Maltrattamenti a scuola: quali sono le conseguenze di tali violenze nel bambino?

Nella fascia d’età 0-5 anni i bambini assorbono tutto ciò che vedono e sentono, come delle spugne, in quanto il loro apprendimento avviene principalmente per imitazione. Per questo le conseguenze di tali atti sono molto gravi sia a breve che a lungo termine e possono costituire per il piccolo quello che tecnicamente viene definito un trauma.

Tutto ciò può incidere negativamente sulla salute psicologica del bambino, portando con sé degli stati emotivi caratterizzati da ansia, tristezza e nei casi più gravi depressione. Possono aumentare nel piccolo atteggiamenti aggressivi perché lo stile educativo si basa sulla violenza e questo porta con sé la riproduzione di tali atti nel gruppo di pari o nei confronti di un adulto di riferimento.

Maltrattamenti a scuola: come si può capire che ci sia o meno un’effettiva situazione di maltrattamento?

Spesso gli adulti hanno la convinzione che i bambini non siano in grado di testimoniare e riportare una visione oggettiva di una determinata situazione. Ma non è cosi, i bambini sono in grado di riportare l’accaduto di quanto subiscono. I segnali tipici di chi è vittima di abusi o maltrattamenti sono manifestati attraverso dei comportamenti “strani” e “insoliti” del bambino che non aveva prima dell’accaduto come ad esempio:

  • scatti d’ira;
  • aggressività;
  • incubi notturni;
  • inappetenza;
  • tic e disturbi d’ansia;
  • disagio all’ingresso della scuola;
  • realizzazione di giochi che simulano la situazione che hanno visto o che stanno vivendo;
  • malesseri somatici: mal di pancia e mal di testa che non hanno nessun riscontro a livello fisico;
  • disegni rappresentativi (il disegno è tendenzialmente proiettivo e quindi può riflettere lo stato d’animo del bambino, le sue paure e scene che ha visto o subìto).

L’indicatore principale è l’assenza di questi comportamenti al di fuori del contesto in cui si manifesta il maltrattamento. Ciò significa che quando è a casa per un lungo periodo (per es. durante le festività o se volutamente ritirato da scuola) non mostra tali disagi.

Ovviamente un altro fondamentale indicatore sono eventuali segni sul corpo del bambino

Maltrattamenti a scuola: cosa fare se si sospetta che il proprio figlio subisca dei maltrattamenti?

Innanzitutto la cosa fondamentale è prendersi del tempo per osservare il proprio bambino e sviluppare un dialogo quotidiano con lui. Inoltre il confronto con altre mamme può essere utile per capire se accade la stessa cosa ad altri bambini o se essi hanno visto scene di maltrattamenti.

Rivolgersi ad un professionista come lo psicologo (leggi anche: Mamma, papà, chi è lo psicologo) può essere molto utile per far emergere eventuali segnali.

Si può valutare anche di parlare con l’insegnante per capire cosa stia succedendo, chiedendo in maniera generica se abbia notato dei comportamenti particolari del bambino.

La scelta migliore è poi mettersi nelle mani delle forze dell’ordine che procederanno con le opportune indagini.

Maltrattamenti a scuola: si può evitare che tali situazioni si presentino?

Il lavoro dell’insegnante è un mestiere difficile ed a tratti logorante. Ci si trova spesso a scontrarsi con situazioni complesse senza esserne sufficientemente tutelati.

Il mestiere dell’educatore non è solo abilità tecnica, ma richiede una competenza psicologica ed emotiva che va formata, monitorata, supervisionata

Si potrebbe allora cominciare a guardare la questione anche da un altro punto di vista. Per tot insegnanti condannati per maltrattamenti, ci sono migliaia di insegnanti che fanno bene il loro lavoro, ma che hanno bisogno comunque di aiuto.
Perché il mestiere dell’educatore non è solo abilità tecnica, ma richiede una competenza psicologica ed emotiva che va formata, monitorata, supervisionata.

Per questo è a mio parere fondamentale la figura dello psicologo a scuola, per prevenire situazioni di disagio, per fornire corsi e formazione sulla gestione di rabbia e frustrazione e per dare un sostegno ad insegnanti, bambini e genitori.

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